lunedì 27 maggio 2013

IDENTITA' DELLA DIVERSITA' IN ARGENTINA

Mostra:
28.05.13 – 01.06.13, ore 10.00-21.00, OGR Officine Grandi RiparazioniCorso Castelfidardo 22, Torino
08.06.13 – 23.06.13, ore 11.00-18.00 (solo sabato e domenica)

Convegno: 27 maggio, ore 10.30, OGR Officine Grandi Riparazioni  Corso Castelfidardo 22, Torino  – Sala Duomo
Ministerio de Relaciones Exteriores y Culto – Gobierno de Buenos Aires – Argentina, OAT

Il titolo della mostra, “Identidad en la Diversidad”, originariamente ideata per la Biennale di Venezia, è stato scelto per evidenziare gli aspetti sociali, artistici ed architettonici che hanno caratterizzato la storia dell'Argentina, un Paese in cui si sono alternate differenti civiltà e in cui, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, sono approdati 10 milioni di immigrati europei. “L'installazione descrive le numerose ed eterogenee identità che, sedimentandosi nel tempo, sono divenute parte integrante di un'unica entità argentina” spiega Liliana Pittarello, curatrice del convegno inaugurale, insieme a Emiliano Cruz Michelena. “Per questo motivo il curatore Clorindo Testa, architetto italo-argentino recentemente scomparso, ha scelto di rappresentare l'Argentina come un Paese in corso di costruzione, in continua rielaborazione”.

Nonostante si calcoli che oltre tre milioni e mezzo di immigrati argentini fossero di origine italiana, il loro operato è poco noto in madre patria. L’intento degli organizzatori è dunque quello di divulgare le grandi opere degli architetti italo-argentini, particolarmente presenti nella regione de La Pampa. La mostra “Identidad en la Diversidad” sarà allestita a Torino in occasione del Festival di Architettura in Città, con un particolare arricchimento: una sezione aggiuntiva interamente dedicata al Piemonte. Sono stati scelti tre architetti esercitanti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, che nonostante la grandiosità delle opere realizzate in Sud America sono ancora sconosciuti nel nostro Paese; si tratta di Vittorio Meano, Augusto Cesare Ferrari e Francesco Teresio Gianotti. Le loro opere saranno documentate attraverso alcuni filmati e tre pannelli, in aggiunta a due album a stampa pubblicati da Meano (1860 – 1904) e un ritratto dello stesso realizzato dal pittore Giacomo Grosso di Cambiano.

Il ruolo degli architetti piemontesi nella progettazione delle città argentine sarà anche al centro del convegno che il 27 maggio alle ore 10.30 anticiperà l’inaugurazione della mostra. In particolare “l’attenzione sarà focalizzata sulla figura di Vittorio Meano”, precisa Pittarello riassumendone l'intensa vita professionale. “Sono infatti riconducibili al suo lavoro due monumenti emblematici dell’Argentina: il Palazzo del Congresso argentino, per il quale vinse l'appalto internazionale nel 1896 concorrendo con altri 27 progetti a firma dei più prestigiosi colleghi dell'epoca, e il Teatro dell'Opera Colón di Buenos Aires, cui partecipò inizialmente in qualità di allievo dell'architetto Tamburini, divenendo in seguito l'unico responsabile per la revisione e conclusione del progetto a causa della morte prematura dell’architetto”.

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